Il contratto di locazione ad uso non abitativo e la pattuizione di un canone superiore a quello dichiarato

E’ convincimento del Collegio che, se in caso di omessa registrazione del contratto contenente la previsione di un canone non simulato ci si trova di fronte ad una nullità testuale ex art. 1, comma 346, L. n. 311/2004, sanabile con effetti ex tunc a seguito del tardivo adempimento all’obbligo di registrazione, nel caso di simulazione relativa del canone di locazione, e di registrazione del contratto contenente la previsione di un canone inferiore per finalità di elusione fiscale, si é in presenza, quanto al cd. “accordo integrativo”, di una nullità virtuale insanabile, ma non idonea a travolgere l’intero rapporto, compreso, quindi, il contratto reso ostensibile dalle parti a seguito della sua registrazione.(cfr Cassazione civile, sez. un., 09/10/2017,  n. 23601).

La Suprema Corte a sezioni unite ha quindi affermato definitivamente che è nullo il patto col quale le parti di un contratto di locazione di immobili ad uso non abitativo concordino occultamente un canone superiore a quello dichiarato. Tale nullità vitiatur sed non vitiat, con la conseguenza che il solo patto di maggiorazione del canone risulterà insanabilmente nullo, a prescindere dall’avvenuta registrazione.

(Studio Legale Associato Bitelli – 14/10/2017)